Chi merita di decidere? Disuguaglianze e relazioni internazionali

25 marzo 2025

“Cura delle relazioni internazionali per percorsi di pace autentici. L’internazionale è spazio di impegno autentico”: il richiamo etico di Massimiliano Marianelli apre il convegno sul potere decisionale globale


“Costruire percorsi di pace autentici richiede cura delle relazioni internazionali. L’internazionale non è uno spazio neutro o solo tecnico, ma un ambito di impegno autentico, dove la relazione con l’altro diventa occasione etica e responsabilità condivisa”. Con queste parole, Massimiliano Marianelli, direttore del Dipartimento FiSSUF, ha aperto il convegno “Chi merita di decidere? Disuguaglianze e relazioni internazionali”, tenutosi il 21 marzo presso l’Aula Magna di Palazzo Florenzi.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei corsi di Storia della Filosofia II, Forme di umanesimo nella storia del pensiero occidentale e Religione e diritti umani, ed è parte del progetto PRIN 2022 PNRR – CHEWIE: Well-being, Humanism and Civil Economy.

Nel suo intervento introduttivo, Marianelli ha invitato a ripensare la governance globale partendo dalla qualità delle relazioni, prima ancora che dagli equilibri di forza: “È proprio dove tutto sembra ridursi ad anonime procedure giuridiche che si manifesta l’autentica eticità dell’essere umano”.

A partire da questa provocazione si è sviluppata la lectio magistralis dell’ambasciatore Pasquale Ferrara, diplomatico e docente alla LUISS “Guido Carli” di Roma, che ha messo a fuoco il tema delle disuguaglianze nel sistema internazionale: “Dobbiamo distinguere tra ineguaglianza, ovvero la disparità di fatto tra Stati, e disuguaglianza, cioè l’asimmetria nei diritti e nelle prerogative all’interno delle istituzioni globali”. L’attuale assetto, ha spiegato Ferrara, riflette una logica oligarchica basata su criteri storici e militari, più che su reali meriti rappresentativi. E ha lanciato una proposta: “Serve un ordine internazionale fondato sull’uguaglianza come principio normativo, non solo sulla sovranità statale”.

A seguire, si è sviluppato un vivace dibattito interdisciplinare, che ha visto confrontarsi esperte ed esperti di diritto, filosofia e relazioni internazionali, mettendo in evidenza la complessità della questione affrontata e la necessità di approcciarla da prospettive diverse.

Emanuele Pili (Storia della filosofia) ha messo in discussione l’idea di una storia delle relazioni internazionali determinata in modo necessitante, interrogandosi sullo statuto epistemico degli attori internazionali e sulla responsabilità insita nelle scelte storiche. Successivamente, Silvia Angeletti (Diritto e religione) ha evidenziato il ruolo delle religioni come attori non statali nei processi internazionali, riflettendo sulle potenzialità della diplomazia religiosa nel promuovere il dialogo e la costruzione della pace. A sua volta, Maria Cristina Carta (Diritto dell’Unione Europea) ha sottolineato il valore delle istituzioni multilaterali nel mantenimento della pace e della cooperazione internazionale, ricordando come esse offrano un quadro giuridico fondamentale per ridurre le disuguaglianze sistemiche. Anche Alessandra Lanciotti (Diritto internazionale) ha contribuito al dibattito, richiamando l’attenzione sul valore giuridico dei trattati internazionali. Questi, ha spiegato, non sono accordi tra governi contingenti, bensì obblighi assunti dagli Stati in quanto soggetti di diritto internazionale. Di conseguenza, l’alternarsi dei governi non può giustificare la disapplicazione unilaterale di impegni già assunti: il rispetto della continuità giuridica rappresenta una condizione imprescindibile per la credibilità dell’ordine multilaterale. Infine, Simone Vezzani (Diritto dell’Unione Europea) ha analizzato le disuguaglianze nel contesto internazionale, mettendo in luce come il diritto dell’Unione Europea possa offrire strumenti concreti per affrontare la concentrazione del potere decisionale e promuovere una tutela più equa dei diritti fondamentali.

L’incontro ha offerto un’importante occasione di confronto sulle tensioni tra potere, diritto e giustizia nell’arena internazionale, confermando l’urgenza di un dialogo capace di integrare saperi diversi per affrontare le sfide globali del nostro tempo.

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Una istantanea del convegno, da destra, l'ambasciatore Paolo Ferrara, Massimiliano Marianelli e Emanuele Pili.

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