Gli scavi di Urvinium Hortense. Conferenza stampa

20 luglio 2017

Si terrà a COLLEMANCIO DI CANNARA,  Mercoledi 26 luglio alle ore 11,   una conferenza stampa sugli scavi archeologici Urvinum Hortense a cui interverranno il Prof. Gianluca Grassigli dell’Università degli Studi di Perugia,  la Dott.ssa Gabriella Sabatini della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e il Commissario Straordinario del Comune di Cannara, dott.ssa Pina Maria Biele.


     E' in via di conclusione la campagna di scavo archeologico di Urvinum Hortense (Collemancio di Cannara), condotta dal Laboratorio “Follow the wall!” della cattedra di Archeologia Classica dell'Università di Perugia (prof. G.L. Grassigli, Dipartimento di Lettere), con la quale è stata ripresa, dopo un breve intervallo, la ricerca tradizionalmente condotta su questo importante sito dall'Ateneo perugino.
    Alla campagna, sostenuta finanziariamente dall'Amministrazione Comunale di Cannara, hanno partecipato allievi, specializzandi e dottorandi dell'Università di Perugia, insieme ad altri studenti provenienti da diverse università italiane, europee, nordamericane e australiane. La campagna ha avuto una durata di otto settimane, suddivisa in turni di quindici giorni, composti da venticinque partecipanti per turno.
    In funzione di un possibilmente rapido processo di valorizzazione, lo scavo ha seguito una strategia ben definita, finalizzata sostanzialmente a portare alla luce un'area omogenea e coerente, su cui sia possibile progettare un primo esaustivo nucleo visitabile dell'area archeologica e insieme di risolvere alcuni problemi essenziali di ordine storico e archeologico legati al sito, quali in primo luogo la cronologia del tempio che domina l'area e la relazione con l'edificio religioso limitrofo di età altomedievale. Un altro obiettivo sensibile era costituito dalla possibilità di ottenere nuovi dati circa l'organizzazione planimetrica, nonché l'andamento altimetrico del sito.
    I risultati, descrivibili in via ancora ovviamente provvisoria, paiono di grande interesse. Allo stato attuale, infatti, in attesa di precisazioni che potranno giungere solamente dallo studio in laboratorio, lo scavo ha consentito una datazione archeologica del tempio, tradizionalmente fissata al III sec. a.C., ma che i dati materiali, invece, collocano all'inizio del I sec. a.C., e dunque alla fase della prima piena romanizzazione. Sempre in relazione al tempio sono stati rinvenuti i resti di un'ampia fontana, nonché una parte cospicua dell'impianto di scarico delle acque, caratterizzato dalla presenza di una conduttura in piombo, che terminava in un apparato fognario di notevoli dimensioni, sottostante il tracciato viario, ancora da indagare.
    Accanto all'edificio della pieve, la cui datazione archeologica non è ancora stata conseguita, è stata portata alla luce la porzione di una necropoli di età altomedievale, che ha quasi completamente cancellato, su quell'area, le tracce di vita delle età precedenti. Sono previste indagini su i reperti ossei di questi antichi abitanti del sito, in grado di fornire informazioni di vario tipo sulle loro condizioni di vita.
    Sono state recuperate alcune grandi porzioni di un'epigrafe, spezzata e impiegata in modo da fornire gli elemento strutturali di una delle tombe suddette. Tale iscrizione appare di eccezionale importanza sia per la conoscenza del sito sia in una prospettiva di conoscenza scientifica generale. L'epigrafe, infatti, menziona un personaggio appartenente alla classe dirigente di Urvinum Hortense, assurto alla magistratura municipale più alta, nonché membro del più importante collegio sacerdotale cittadino, ossia quello dei pontefici. L'epigrafe venne originalmente prodotta per dichiarare il grandioso intervento svolto dal personaggio in questione a favore della città: vale a dire il finanziamento della costruzione o del restauro di un edificio pubblico che in via ancora ipotetica, ma in maniera molto verosimile, potrebbe essere identificato nel teatro.
    Si ricorda, inoltre, poco a nord rispetto all'area omogeneamente indagata, l'affioramento di una struttura muraria, di notevoli dimensioni, appartenenza alla fase romana del municipio, di cui allo stato attuale non è ancora possibile riconoscere la funzione.

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