Il rapporto fra donne e scienza a Umbrialibri 2021 - Sabato 9 ottobre, ore 18.30, Complesso Monumentale di San Pietro
Il complesso rapporto tra donna e scienza nel percorso verso la parità di genere, tra storia e attualità, partendo dal caso umbro e italiano fino ad arrivare su scala nazionale e internazionale: questo il tema al centro dell'incontro “Ragazze con lode. Un viaggio nella scienza delle donne”, in programma sabato 9 ottobre 2021, alle ore 18.30 nella Sala Periodici della Biblioteca Mario Marte nel Complesso Monumentale di San Pietro a Perugia.
L’iniziativa, promossa dall’Università degli Studi di Perugia, si svolgerà nell'ambito della 27° edizione di Umbrialibri, rassegna editoriale e culturale promossa dalla Regione Umbria in programma da venerdì 8 a domenica 10 ottobre. Verrà affrontato il tema del divario tra donna e uomo nel contesto delle discipline cosiddette Stem, le professioni legate a scienza, matematica, tecnologia e ingegneria.
Interverranno Monica Fiore (“Il diritto di studiare. Le donne e l’università alla fine dell’Ottocento e prima della regificazione dell’Ateneo di Perugia”), Brunella Spaterna (“Le prime donne laureate nelle facoltà scientifiche dell’Ateneo perugino. I casi di Farmacia e Scienze agrarie”), Emidio Albertini (“Effetto Matilda. I meriti sottratti alle grandi scienziate del passato”) e Silvia Fornari (“Le STEM al femminile in Italia”). I lavori saranno coordinati da Francesca Serenelli e verranno proposte musiche di donne compositrici eseguite dalla pianista Letizia Moretti.
Rapporto tra donna e scienze che sarà affrontato partendo dal caso umbro e italiano fino ad arrivare su scala nazionale e internazionale: dalle tre fra le prime donne laureate nelle facoltà scientifiche – Farmacia e Scienze agrarie – dell'Ateneo perugino nei primi anni del Novecento fino a Rosalind Franklin e la “vera” scoperta della struttura del DNA a Trotula de Ruggiero, ideatrice della medicina di genere a Lise Meitner, fisica austriaca. Ovvero tre esempi classici del cosiddetto Effetto Matilda, il fenomeno per il quale, specialmente in campo scientifico, il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito ad un uomo.
Un gap di genere – quello tra donna e uomo nel contesto delle discipline Stem - ancora evidente, dalla formazione fino all’inserimento professionale, a livello nazionale e internazionale. In Italia – secondo i dati di recenti ricerche – il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, un dato migliore della media europea ma di evidente squilibrio.
Appena il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, a fronte del 42% tra i coetanei dell’altro sesso. Un gap che nasce già nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro: nelle aree Stem solo un professore ordinario su cinque è una donna. Tra i rettori sono appena il 7%.
Un dato che è l'eco di una discriminazione radicata nella storia: le donne sono state spesso danneggiate sia nel percorso formativo che nel riconoscimento delle grandi scoperte scientifiche, fino a subire un vero e proprio furto delle proprie ricerche e risultati.
Nel secondo Ottocento la normativa italiana consentì alle donne di accedere alla formazione superiore e accademica, passaggio verso l'istruzione superiore e non solo di base sostenuto anche dai movimenti per l'emancipazione femminile.
A Perugia i corsi che preparavano accademicamente allo studio delle Scienze naturali furono i primi frequentati da donne provenienti da contesti territoriali diversi e da famiglie benestanti.
Superare i paradigmi della inferiorità fisiologica della donna rispetto l’uomo, nell’ambito intellettivo, non era affatto scontato alla fine dell’Ottocento: i familiari evidentemente avevano incentivato la formazione delle figlie verso un percorso di emancipazione che trovava nelle Scienze applicate un fertile terreno.
Qui il programma dell'evento.