Il Complexity Education Project è partner ufficiale nei progetti della World Academy of Art and Science, la soddisfazione del direttore scientifico Piero Dominici

10 marzo 2020

Il Complexity Education Project (CEP), gruppo internazionale di studio e ricerca dell’Università degli Studi di Perugia, nella persona del suo direttore scientifico, il professore Piero Dominici, docente del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, è stato riconosciuto partner ufficiale nei progetti della World Academy of Art and Science (WAAS), con riferimento anche a quelli sviluppati con le Nazioni Unite.


foto dominici congresso internazionale

                 (Il Prof. Piero Dominici)

 

Il CEP si dedica, da anni, allo studio e alla diffusione di metodi e conoscenze su reti e sistemi complessi, promuovendo e diffondendo una ”cultura della complessità”, dentro e fuori le istituzioni educative e formative e, più in generale, nella vita pubblica, creando le condizioni per un rinnovato dialogo tra i saperi e i campi disciplinari, tra i diversi percorsi e le esperienze di ricerca. Obiettivi e strategie che si inquadrano anche, e soprattutto, nella prospettiva di rafforzare la Terza Missione dell’Università e nella volontà di dare un contributo alla formazione e all’educazione alla complessità in Italia, costituendo un punto d’incontro, non soltanto a livello nazionale, tra realtà di ricerca e singoli che si occupano di temi complessi, partendo da prospettive diverse.

Si tratta di un prestigioso riconoscimento per tutto l’Ateneo di Perugia, che rafforza ulteriormente la ricerca e la cooperazione internazionali. Il Complexity Education Project e l’Università degli Studi di Perugia sono particolarmente orgogliosi di questo riconoscimento internazionale e della possibilità di collaborare con la prestigiosa World Academy of Art and Science e le Nazioni Unite.

“Una grande soddisfazione - spiega il professor Dominici - che condivido con tutti i Colleghi dell’Ateneo. Attraversiamo una fase estremamente delicata di transizione, le cui dimensioni e criticità si stanno rivelando ancor più evidenti in queste settimane. Una fase in cui continuiamo a far confusione tra sistemi complicati e sistemi complessi, una fase in cui le stesse istituzioni e i decisori continuano, a fronte di una crescente complessità e interdipendenza di tutti i fenomeni e processi, a proporre e perseguire, come ripeto da anni, “soluzioni semplici per problemi che sono complessi”. Dobbiamo, in tal senso, ripensare a fondo, e in maniera radicale, educazione, formazione e ricerca, lo stesso “sistema di pensiero”: per andare oltre una certa visione, anche ideologica, della semplificazione ad ogni costo, per andare oltre l’inadeguatezza dei tradizionali modelli lineari e delle spiegazioni riduzionistiche e deterministiche”.

 

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