“Canone Inverso”, la mostra dello scultore Roberto Cipollone alla Gipsoteca - Venerdì 12 aprile – sabato 18 maggio 2019

5 aprile 2019

La mostra “Canone Inverso”, durante la quale verranno esposte alcune tra le più belle opere dello scultore Roberto Cipollone, in arte Ciro, è il secondo appuntamento dedicato all’arte contemporanea ospitato nelle sale della Gipsoteca dell’Università degli Studi di Perugia, a Palazzo Pontani (Via dell'Aquilone, 7, Perugia).


Verrà inaugurata venerdì 12 aprile 2019, ore 18, da una performance del Maestro: l’accensione di un braciere, opera dell’autore, che pone in modo simbolico e concreto l’arte di Ciro nella dimensione del tempo che si consuma.

L’esposizione, che sarà visitabile ogni giovedì e venerdì, dalle 16 alle 19 (ad eccezione di giovedì 25 aprile), avrà termine il 18 maggio 2019, Notte Europea dei Musei, e sarà conclusa da un finissage serale (ore 21), durante il quale Mirko Revojera intratterrà il pubblico con una lettura ad alta voce di miti classici. 

L’iniziativa si inserisce nel progetto di apertura al pubblico e valorizzazione degli spazi museali dell’Università degli Studi di Perugia, promossa dal CAMS, sotto la direzione della professoressa Cristina Galassi, in coordinamento con la Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia ed il Dipartimento di Lettere, Lingue-Letterature e Civiltà antiche e moderne.

Il titolo dell’esposizione rivela il proposito artistico da cui si è voluti partire: accostare i capolavori dell’arte statuaria greca e romana, che compongono il Canone assoluto di bellezza dell’Antichità classica, iterato nei secoli e diffuso anche per mezzo delle copie in gesso, e l’arte di ‘recupero’ del Maestro, originario di Pescara e che vive e opera a Loppiano (FI).

Ciro è, infatti, uno scultore che, a partire dagli anni ’80, ha fatto dei materiali di scarto e derelitti, naturali e antropici, il nucleo e la cifra della sua arte.

Nel rispetto delle peculiarità materiche degli oggetti (di tipo vegetale, animale, fungino, malacologico, litico, metallico) che Ciro seleziona e raccoglie come un lascito del tempo, egli sa divinare il segreto nascosto nella forma e donarle una natura nuova, che ingloba la precedente e vi aggiunge significati inaspettati.

In questo riavvolgersi del tempo, Ciro compie un movimento creativo inverso rispetto al funzionamento del Canone Classico, il quale, proteso nella prospettiva della sua durabilità immutata, è ontologicamente opposto alla riformulazione dinamica dell’apparenza materiale.

 

 

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