Ricordo di Julio Cortàzar

26 febbraio 2016

L’Università di Perugia celebra Julio Cortázar, uno dei più importanti scrittori argentini.


Martedì 1 marzo 2016, nella Sala delle Adunanze di Palazzo Manzoni (piazza Morlacchi), sede del Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne, alle ore 9.45, avrà luogo il convegno “Un tal julio. Un siglo de Cortázar”, con la partecipazione di specialisti: Lucía Caminada Rossetti (Universidad Nacional de Córdoba), Stefano Tedeschi (Università degli Studi di Roma La Sapienza), Carlos Dámaso Martínez (Universidad de Buenos Aires), Ilide Carmignani (traduttrice di Cortázar in italiano), Silvio Mignano (critico letterario e diplomatico), Rocco Carbone (Universidad Nacional de General Sarmiento).

Nel convegno saranno presi in considerazione aspetti salienti dell’opera cortazariana: i rapporti con la tradizione della letteratura ispanoamericana, l'umorismo e l'assurdo, il cinema, la cultura underground. L'incontro rappresenta il terzo appuntamento di un trittico, dal titolo “Un tal Julio”,  iniziativa della Cattedra di Spagnolo dell’Ateneo di Perugia che si inserisce in una linea di  proposte di tipo accademico e divulgativo rivolte non solo ai nostri studenti ma anche a quanti (associazioni, scuole superiori, semplici lettori) sono interessati alla letteratura, alla lingua e alla cultura spagnola e ispanoamericana.

Il convegno segue due altre iniziative su Cortázar (del quale nel 2014 è stato celebrato il centenario della nascita), che si sono svolte a Perugia:

a) “Un tal Julio. Cortázar en voz alta”, un reading di testi cortazariani organizzato assieme all'associazione culturale Encuentro, con gli attori Erika Di Silvestre e Michele Volpi (Rinoceronte Teatro), Maurizio Volpi alla chitarra (a Umbrò, 11 febbraio 2016);

b) un seminario prepedeutico sulla figura e gli scritti di Cortázar, rivolto agli studenti dell'Università di Perugia, ma aperto a tutti, con gli interventi dei professori Luigi Giuliani e Marco Paone (al Dipartimento di Lettere, 15 e 22 febbraio 2016);

Julio Cortázar è probabilmente un autore destinato a trovare lettori in ogni epoca: sorprendente nei suoi racconti (da Bestiario, 1951, a Historias de Cronopios y de Famas, 1962, a Alguien que anda por ahí 1975), rivoluzionario nei suoi romanzi (Rayuela, 1963, in italiano: Il gioco del mondo), sperimentatore di scritture che sfidano i generi e le classificazioni (Libro de Manuel, 1972; Los autonautas de las cosmopistas, 1983).

Erede della tradizione del racconto fantastico ispanoamericano, Cortázar ha saputo trasportare le inquietudini della non-realtà nell’orizzonte del quotidiano: il mondo reale rivela le proprie crepe nella monotonia di case e appartamenti, negli incontri casuali in strada o sulla metro, nella platea di un teatro di periferia, negli uffici grigi e sinistri della pubblica amministrazione, nel traffico di un’autostrada intasata... E al tempo stesso ne ha saputo rinnovare il linguaggio, creando strutture narrative dove la frammentarietà del discorso è riflesso della lacunosa percezione del nostro vivere: il tempo lineare si scopre circolare, la denotazione sfuma in mille schegge verbali cariche di connotazioni, il ritmo delle parole scandisce improvvise accelerazioni, apre in noi sospette ellissi dei significati, frena e ammutolisce di fronte all’abisso dell’indicibile.

C’è poi l’umore, la distanza comica che converte il mondo intorno a noi in una rappresentazione caricaturale di noi stessi, e ci ritroviamo proiettati in esseri assurdamente verosimili, Cronopios e Famas, splendidamente veri perché assurdamente irreali. Tutto ciò – lo ha chiarito da tempo la critica- risponde a una visione intrinsecamente sovversiva del nostro mondo. Ed ecco che a partire dagli anni Sessanta Cortázar rende esplicito il proprio impegno politico dal lato dei più deboli, dei popoli sofferenti dell’America Latina, degli scarti umani di una società occidentale che stava perfezionando quei meccanismi di controllo a livello planetario che presto avrebbero irretito e stordito le nostre esistenze.

 

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